150° anniversario dell'unità d'Italia

Autore:
Massimiliano Grimaldi
  • Direttore responsabile

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Il 17 marzo 1861, con il documento della legge numero 4671 del Regno di Sardegna, viene proclamata ufficialmente la nascita del Regno d’Italia; in esso inoltre si concede ufficialmente a Vittorio Emanuele II il titolo di Re d’Italia. Il progetto di legge era stato approvato al Senato il 26 febbraio dello stesso anno, quindi discusso alla Camera il 14 marzo ed infine ufficializzato in data 17 marzo, comparendo sulla Gazzetta Ufficiale n. 68 del 18 marzo 1861.

In circa due anni la penisola italiana vide la diminuzione costante del numero di padroni: da sette, nella primavera del 1859, a cinque, prima della spedizione dei mille, fino a diventare un unico stato con la sconfitta dei Borbone, fino ad allora sopravvissuti alle varie insurrezioni (Calabria, Sicilia, Napoli) grazie soprattutto all’aiuto austriaco.

Ora, se da un lato le altre nazioni vedevano di buon occhio la comparsa di un unico stato al centro del Mediterraneo, molti dei nuovi italiani sentivano di esser caduti dalla padella alla brace: nuove tasse, nuove leggi, nuovi vecchi padroni. Pur non aprendo un libro di storia, basta leggere qualche novella di Verga (come ad esempio Libertà) o i Malavoglia per capire qual era la nuova situazione delle popolazioni meridionali. Lo stesso Giuseppe Garibaldi, l’eroe dei due mondi, si accorse che, pur non credendo d’aver operato male, la sua impresa era sfociata in qualcosa che, col senno del poi, era meglio non ripetere. Gli oltraggi subiti dalle popolazioni meridionali sono incommensurabili. Sono convinto di non aver fatto male, nonostante ciò, non rifarei oggi la via dell’Italia meridionale, temendo di essere preso a sassate, essendosi colà cagionato solo squallore e suscitato solo odio. (da una lettera ad Adelaide Cairoli; fonte: wikipedia.it). Anche molti altri patrioti e liberali rimasero delusi dalla nuova classe politica; addirittura qualcuno che aveva partecipato alla spedizione dei mille prese a militare tra i briganti.

Oggi, 17 marzo 2011, ci auguriamo che di qui a breve possa sorgere una vera e propria coscienza nazionale, e che i nostri governanti, a prescindere dal colore politico di appartenenza, riescano nell’impresa non ancora conclusa di unificare, dopo il territorio, il popolo.
Auguri Italia!

Immagine via commons.wikimedia.org